Villa Vaccarino e Anello Como

Un’altra storia riguarda Villa Vaccarino, sede dell’ex pretura . La storia del fantasma che si aggirerebbe nelle aule dell’ex Pretura è legata al fatto che in quella zona, sottostante lo storico quartiere degli Spagnoli, esisteva un campo adibito a “luogo di supplizi” per criminali comuni e militari. Il campo venne acquistato dalla famiglia Zirillli e su parte di esso Vaccarino, ricco  industriale del sapone, proprietario di due fabbriche, una in località Giammoro frazione di Pace del Mela e l’altra a Venetico Marina, per paventare la sua ricchezza, diede incarico nel 1929 all’ingegnere Gaetano Bonanno ed al pittore Michele Amoroso, di realizzare una bellissima dimora in stile Liberty.

Il fantasma più famoso della villa è quello di Anello Como. Ma chi era il  pirata Anello Como? Nato a Castellamare di Stabia, fu autore di numerosi crimini nel tratto di mare compreso tra Milazzo e le isole Eolie. Agli inizi del 1800 non c’erano corse regolari tra le isole Eolie e Milazzo: la navigazione era esclusivamente a vela e il trasporto di merci e di persone era affidato a piccoli velieri che compivano la traversata quando erano a pieno carico. Il viaggio era lungo (dipendeva dai venti favorevoli o no) e rischioso sia per le condizioni del mare durante il viaggio sia per il rischio di essere depredati dai pirati che imperversavano nel tratto di mare. Un battello partito da Lipari  venne attaccato e depredato dal pirata Como e dalla sua ciurma. Per non lasciare testimoni il pirata uccise i marinai e tutti i passeggeri a bordo. Si salvò soltanto una bambina che ebbe il tempo di nascondersi sotto l’ampia veste della madre.

Dopo l’atroce misfatto abbandonarono l’imbarcazione  che per un gioco dei venti e delle correnti giunse in vista di Milazzo e poi al porto. La bambina era ancora viva e riuscì a descrivere con meticolosa precisione alle autorità di polizia l’autore del misfatto poi  identificato in Como che venne attivamente ricercato e catturato. Venne condannato, impiccato e decapitato nel campo dei supplizi ove adesso è ubicata Villa Vaccarino . Per l’atrocità del delitto, la sua testa fu appesa come monito per gli altri pirati su uno scoglio del Capo proprio sotto monte Trino che per l’appunto prese il nome di ’’scogghiu du ‘mpisu’’.          Da quel giorno molti testimoni affermano di aver visto il suo corpo senza testa che cavalca un cavallo, sia nei giardini della villa, sia nei dintorni del Capo Milazzo , nella ricerca della sua testa e di aver sentito nel cuore delle notti prive di luna il calpestio degli zoccoli del suo cavallo e leurla del suo dolore.

Le informazioni qui riportate sono state raccolte e gentilmente concesse da: Salvatore Paolini, socio volontario dell’associazione SiciliAntica