Chiesa di Santa Caterina di Alessandria

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Sorge di fronte al Quartiere degli Spagnoli in un sito nel quale, secondo il Perdichizzi, trovava collocazione la chiesa di Santa Margherita (1622), già dedicata a Santa Marta (XIV secolo) e annessa ad un ospedale che avrebbe ospitato San Francesco di Paola. Il Piaggia riferisce che durante l’assedio del 1718 l’edificio fu demolito, quindi l’attuale costruzione risalirebbe agli anni successivi, conservando forse la pianta originaria e smentendo l’ipotesi del Ryolo circa i suoi possibili inizi bizantini.

L’ attuale denominazione venne assunta nel 1719 quando, durante l’assedio spagnolo, la chiesa omonima che sorgeva al Borgo venne distrutta. Ha uno spoglio prospetto a capanna con porta architravata e campanile a vela; sul fianco si apre una porta con ornati barocchi. L’interno è un vano rettangolare coperto a volta con tre nicchie sulla parete di fondo. Nella nicchia centrale trova collocazione la statua della martire di Alessandria in marmo bianco (1560); nell’absidiola a destra la statua di San Gaetano del primo Seicento, accanto alla quale è presente la statua in legno di Sant'Antonio da Padova; nell’absidiola di sinistra la statuetta dell’Ecce Homo. Nel sottosuolo si estende una piccola cripta.

Nella nicchia centrale, ornata con stucchi settecenteschi, troviamo la statua marmorea di Santa Caterina, opera di Giuseppe Bottone (1560), scultore della bottega del Montorsoli che si rifece alla statua della santa scolpita in collaborazione con Martino Montanini per Forza d’Agrò.