A tavula di Baele
In prossimità del capo Milazzo lato levante esiste uno scoglio piatto oggi poco visibile poiche’ e’ ricoperto dal mare. Al tempo dei fatti, con la bassa marea, veniva fuori dall’acqua per parecchi centimetri in più e viene oggi chiamato “a tavula di Baele”. Baele era un uomo ricco ed era proprietario dell’ omonimo palazzo sito al centro di Milazzo e di altre proprietà e appezzamenti di terreno. Ricco e stravagante assieme ai suoi amici era spesso alticcio.
La Tavola, contornata di comodi cuscini, veniva apparecchiata con finissime tovaglie di Fiandra e preziosa argenteria. Pescati sul posto poco prima, venivano offerti ai commensali crostacei e pesce crudi conditi con olio, succo d’agrumi, sale e pepe o lessati al momento in acqua di mare, il tutto accompagnato dal magnifico vino del Cirucco. In chiusura grossi semi di finocchio selvatici, lentamente masticati, favorivano la digestione e profumavano l’alito. Dopo la cena una grande lume acceso veniva lasciato sulla tavola insieme alle tovaglie e all’argenteria. I partecipanti al banchetto, accompagnati dalla servitù, risalivano la costa verso più comode posizioni e da lì, compiaciuti, assistevano all’arrivo dell’alta marea che disperdeva nei fondali ogni ricchezza lasciata sul grande scoglio. Alla servitù e ai contadini della nobile famiglia era severamente proibito di avvicinarsi alla tavola, era solo esclusivo privilegio dei marinai della zona.
Le informazioni qui riportate sono state raccolte e gentilmente concesse da: Salvatore Paolini, socio volontario dell’associazione SiciliAntica