Elena Baele
Una ragazza di nobile casato si innamorò perdutamente di Giacomo, figlio ventenne del campiere Foti della Baronia di San Nicolò, suo istruttore di equitazione. I due giovani, coetanei, facevano spesso insieme lunghe cavalcate e avevano acquisito abilità e destrezza nel condurre i loro cavalli persino sull’impervia scogliera salendo e scendendo senza problemi anche sull’alta costa dell’Arenella. I Baele erano piuttosto preoccupati del grande amore di Giacomo e Elena, poiché la storia dei due innamorati si era diffusa in paese ingenerando una bufera di pettegolezzi e di impietosi giudizi sia sulla dissennata stranezza della ragazza che sulla eccessiva e scandalosa tolleranza della nobile famiglia baronale che decise di porre fine a quella storia licenziando la famiglia del contadino, pagando anche una forte somma di denaro. Il giovane si arruolò come soldato di ventura e in seguito morì. Elena non riusciva a darsi pace e un giorno, in preda alla disperazione, galoppò fino alle Scogliere del Capo (dove si trovava sempre con l’innamorato) e si gettò da una rupe oggi chiamato, per l’appunto, il salto del cavallo. Si dice che, nelle notti d’estate, la si veda ancora cavalcare nei pressi della scogliera, alla ricerca del suo amato. La leggenda vuole che, nel giorno in cui avvenne quel salto, gli abitanti della non lontana isola di Lipari accendano fuochi e luci per dare alla sfortunata ragazza un punto di riferimento e preparino grandi festeggiamenti per accogliere la bella innamorata che casualmente coincide con la festa liparitana di San Bartolo.
Le informazioni qui riportate sono state raccolte e gentilmente concesse da: Salvatore Paolini, socio volontario dell’associazione SiciliAntica